mercoledì 6 dicembre 2017

DESTRA...E' UN'ALTRA COSA...


DESTRA ITALIANA, UN PASSATO CHE SEMBRA ORMAI TROPPO LONTANO… UN PRESENTE ED UN FUTURO IN QUESTA DIREZIONE? NON SCHERZIAMO, LA DESTRA E’ UN'ALTRA COSA…


Sono passati anni ormai dal marzo 2009 quando l’ultimo congresso di Alleanza Nazionale, che portò allo scioglimento del partito ed alla confluenza nel Popolo della Libertà, mise fine ad una storia che aveva lasciato una grande impronta nella politica nazionale dal dopoguerra; un partito erede del Movimento Sociale Italiano che aveva saputo tenere a se le anime e le correnti di quella destra nata e cresciuta nelle strade e nelle sedi di partito delle città italiane.
Senza ripercorrere tutta la storia che già da molti/troppi è stata rispolverata e rigirata a piacimento, ripercorriamo brevemente il percorso della destra sociale italiana.
L’M.S.I. nacque nell’immediato secondo dopoguerra, in una situazione politica e sociale rovente, fatta di scontri, violenze, vendette in un Italia che con grande fatica provava a risollevarsi dalle macerie della guerra.
Grandi personaggi avevano caratterizzato la nascita ed i primi anni di militanza del M.S.I. come Giorgio Almirante, Pino Romualdi, Augusto De Marsanich, Arturo Michelini, Pino Rauti, Junio Valerio Borghese.
Fino agli anni 60’ il Movimento oscillò con buoni risultati dal 2% al 6% a livello nazionale; fu negli anni 70’ che il Movimento Sociale Italiano ebbe una crescita esponenziale arrivando allo storico risultato del 9% al Senato e 8,6 % alla Camera del 1972 con una grande crescita del movimento giovanile, il Fronte della Gioventù, che camminava di pari passo con la guida incontrastata Giorgio Almirante fino alla fine degli anni 80’.
La politica del M.S.I. fu caratterizzata dal conservatorismo sociale, nazionalismo identitario e patriottico, antimperialismo americano, anticomunismo, socializzazione dell’economia e la giustizia sociale.
Con l’avvento della nuova classe dirigente a cavallo tra gli anni 80’ e 90’ dopo la scomparsa del leader storico Almirante, il nuovo leader divenne Gianfranco Fini supportato dall’ala militante che negli anni 70’ e 80’ era cresciuta nelle file del movimento giovanile del partito.
Il M.S.I. intraprese una strada volta all’apertura e al dialogo verso le altre forze politiche che non si riconoscevano nell’area di influenza della sinistra italiana, il tutto in un clima di instabilità politica della nazione scossa dalle stragi di mafia e dall’avvento di tangentopoli.
Ne scaturì nel 1994 dopo una serie di “avvicinamenti”, un’alleanza con Forza Italia nuovo movimento politico capeggiato dall’imprenditore Silvio Berlusconi che portarono successivamente al congresso di Fiuggi del 1995, dove venne sciolto il Movimento Sociale Italiano e fondata Alleanza Nazionale i quadri dirigenti rimasero prevalentemente identici ma ci furono delle fuoriuscite di componenti storiche dal congresso tra cui quella di Pino Rauti che successivamente fondò il Movimento Sociale Fiamma Tricolore.
Anche il movimento giovanile venne riformato con il Fronte della Gioventù che lasciò spazio ad Azione Giovani.
Le esperienze politiche dei governi Berlusconi I,II,III furono caratterizzate da grandi risultati nelle varie elezioni politiche arrivando anche al 15% a livello nazionale ma in generale attestando la media ben sopra il 10%.
Nei governi Berlusconi che si susseguirono diversi furono i ministeri ed i ruoli istituzionali assegnati a componenti di Alleanza Nazionale, quindi il completamento di un percorso politico che aveva portato ad una grande affermazione del partito in tutto il territorio nazionale, infatti furono molte le regioni e le provincie e le città dove Alleanza Nazionale fu assoluta protagonista.
Grandi risultati vennero raggiunti, molte le azioni portate avanti nelle varie legislature da un ramo politico che mai nella storia repubblicana era stato vera maggioranza di governo.
Non tutto però andava per il meglio, i ruoli istituzionali e di potere si ripercuotevano nel partito, dove la stessa classe dirigente trascurò l’ipotesi e l’esigenza di un vero ricambio generazionale che poteva garantire un’azione politica volta al futuro, invece, come il più italico degli errori, tutti rimasero ben attaccati alle poltrone ed al potere che pareva sempre più duraturo, mettendo in secondo piano la salute e l’operato del partito.
Tutto ciò quindi, portò ad un graduale impoverimento dell’azione politica ed un distacco sempre maggiore con il proprio elettorato, soprattutto quello più identitario e sociale, che cominciava a vedere nell’alleato Berlusconi e nel suo partito Forza Italia un’egemonia che metteva a rischio l’esistenza e l’indipendenza stessa di Alleanza Nazionale.
Un malessere generale che si manifestò anche all’interno del partito stesso, dove si erano sviluppate essenzialmente due correnti, una quella maggioritaria legata fortemente all’alleanza con Berlusconi ai quadri dirigenti di Forza Italia ed ai ruoli di governo, dove tutti i maggiori esponenti del partito si erano schierati su questa linea; l’altra corrente invece, quella minoritaria, critica verso la linea intrapresa dagli organi dirigenti, auspicava un ritorno alle origini del partito ed ai valori che ne avevano caratterizzato la storia, corrente però troppo debole per imporre la linea alternativa.
Il risultato che scaturì da questa politica portata avanti dalla classe dirigente di Alleanza Nazionale capeggiata da Gianfranco Fini, fu un autentico disastro, che ebbe il clamoroso epilogo nel marzo del 2009 con lo scioglimento del partito per confluire nel Popolo della Libertà, contro il volere dell’elettorato stesso.
Fin da subito si assistette alla disgregazione di un tessuto militante che era ben radicato nel territorio nazionale. Grandi e storiche sezioni politiche chiusero i battenti, erano diventati negli anni veri e propri punti culturali nel panorama della destra italiana con il fiore all’occhiello dei movimenti giovanili che ruotavano intorno ad Alleanza Nazionale e ad Azione Giovani.
Un patrimonio militante e politico costruito con anni di militanza nei territori, frutto di generazioni che si erano avvicendate; se una corrente minoritaria nel 1995 pensò che la Svolta di Fiuggi fosse stata un male, ma un partito ed un’organizzazione nonostante tutto rimanevano ed andavano avanti, quella della confluenza del 2009 nel PDL fu un disastro clamoroso che portò alla creazione del nulla.
Fu il funerale della destra sociale della nazione, che storicamente era sempre stata presente nello scenario politico italiano.
Tutto ciò successivamente portò a problemi anche all’interno del neonato PDL con lo stesso Fini che ne uscirà insieme ad altri ed il completo scioglimento anche della coalizione stessa nel 2013.
Quello che rimase del vecchio quadro dirigente di Alleanza Nazionale si è riciclato dentro i vari partiti che sono rimasti nell’orbita di un decrepito centro destra, susseguendosi negli anni ad appoggiare vari governi di palazzo coerenti quindi con la linea intrapresa nel passato di un feroce attaccamento alla poltrona anche non contando un bel niente; alcuni sono incappati in scandali vari e fatti ancora misteriosi; altri sono scomparsi dallo scenario politico, forse facendo la cosa migliore.
Cosa ne è rimasto quindi del sacrificio della destra sociale italiana? Risposta, nemmeno le macerie!
Anzi, si sono persi dei riferimenti che anche nei momenti complessi potevano fare da guida e non incentivare il sentimento di anti-politica che regna ad oggi nella Nazione, soprattutto si è favorito il modus operandi della sinistra nei giochi di palazzo (a cui anche il centro destra si è prestato molto volentieri) con governi tecnici ed inciuci a non finire che hanno portato negli ultimi anni ad ulteriori disgrazie soprattutto senza il consenso popolare e la responsabilità politica delle scelte.
Viene da sorridere quando si guarda al panorama odierno del centro destra; molti hanno provato o stanno provando ad impadronirsi di quell’elettorato della destra sociale italiana che sembra essere “scomparso dai radar”, non è così invece, parte di quello che resta di quel mondo ancora c’è, ma semplicemente non è in vendita e non è fortunatamente acquistabile da nessuno, tantomeno dai politicanti da quattro soldi che pensano e sperano che talk-show, social network, e invenzioni varie possano far dimenticare la loro totale assenza, la non curanza  dei problemi giornalieri della gente, dei territori che in passato erano grandi bacini elettorali per la destra e che sono stati lasciati consapevolmente a se stessi.
Questi nuovi partiti che mirano a quello che fu l’elettorato della destra sociale pensano che solo un simbolo basti a meritare un voto. E i programmi? E la politica nei territori? I confronti? La vicinanza a chi già lotta tutti i giorni? Le personalità discutibili a cui si riferiscono? Come si possono accettare coalizioni solo per fare un risultato elettorale ricadendo nello stesso errore? Perché puntare solo a vincere e non ad un buon governo che risollevi l’Italia dal pantano in cui giace? Perché non si ammette che si è già stati al governo e si è fatto ben poco, quando invece molto si poteva e si doveva fare!?
Fortunatamente una cosa non hanno potuto distruggere, L’IDEA, che non è in vendita e resiste anche alla viltà ed al tradimento che hanno portato alla disgregazione di una destra sociale storica.
La Destra è una cosa seria, in nome di un’idea in passato sono morti dei giovani, intere generazioni hanno militato ed hanno creato movimenti culturali che hanno incentivato la cultura, la lotta alla droga ed allo spaccio, la lotta alla mafia, hanno lottato per una giustizia sociale e per tornare a chiamare l’Italia Patria.
La Destra non è becero populismo di comodo.
La Destra non si accoda a nessun treno altrui per il semplice scopo del consenso o del potere.
La Destra ha una sua cultura e una sua identità che è quella italiana.
La Destra non è IO ma NOI.
La Destra non ha bisogno di “mode” ma di esempi di cui la sua storia ne è piena.
La Destra non rinnega e non restaura.
La Destra è patriottismo.
La Destra è tra la gente sempre.
La Destra sa riconoscere i suoi errori.
La Destra o è coraggio o non è! E noi oggi questo coraggio non lo vediamo!
La Destra è un’IDEA che diventa AZIONE.


-SONNINO IN AZIONE-

Nessun commento:

Posta un commento