lunedì 5 ottobre 2015

“LE MACERE”, DALLA FUNZIONALITA’ AGRICOLA ALLA SICUREZZA DEL TERRITORIO.



“LE MACERE”, DALLA FUNZIONALITA’ AGRICOLA ALLA SICUREZZA DEL TERRITORIO.

Fin dai tempi antichi i muri a secco, “le macere”, per noi sonninesi, sono sempre stati un simbolo della mano dell’uomo di rendere ospitali e funzionali anche i luoghi più sperduti ed impervi, opere d’arte   del lavoro contadino.
 Veri e propri terrazzamenti che permettevano di coltivare e di rendere fertile ogni tipo di terreno; infatti nei tempi in cui ogni metro di terra posseduta era una fortuna di inestimabile valore, vi si traeva massimo profitto e “le macere” hanno permesso per esempio di coltivare grano, anche nelle montagne a differenza di come
siamo abituati oggi a vederlo solo nelle distese pianeggianti.  Nel nostro territorio e soprattutto nelle nostre colline di muri a secco ce ne sono infiniti esempi, alcuni addirittura lunghi svariati metri che attraversano più proprietà ed a volte delimitavano anche i confini.
Erano opere che oltre a permettere la comoda coltivazione in punti difficili, soprattutto degli ulivi, fungevano anche da drenaggio e rafforzamento dei terreni impedendo, soprattutto nei periodi di forti piogge, frane e danni che l’acqua poteva portare, infatti il loro compito era di rendere compatto il terreno e di permettere all’acqua di scorrere in punti specifici ovvero nelle apposite fosse “le cavate” senza rovinare le colture.
“Le macere”, i nostri muri a secco, avevano anche il compito di rendere sicuro il nostro territorio perché soprattutto nelle proprietà adiacenti alle strade i terrazzamenti ed i muri a secco oltre ad essere funzionali a livello agricolo dovevano anche impedire frane o smottamenti sulle vie di transito.
Tutto questo richiedeva una giusta ed attenta manutenzione periodica, ma il metodo era estremamente efficace ed ha permesso per secoli il mantenimento del nostro territorio e della sua principale fonte di sopravvivenza, l’agricoltura.

Oggi sono diventati “monumenti naturali” purtroppo in rovina, causa l’abbandono delle campagne, per svariati motivi che non stiamo qui noi a sindacare, ma tutto questo sta portando in alcune zone del paese anche a dei problemi di sicurezza, con frane improvvise di muri a secco in proprietà abbandonate con la totale assenza di fosse per la raccolta dell’acqua.
La natura non guarda e non tiene conto che oggi 2015 la nuova generazione ha milioni di impegni di diverso genere e sicuramente più importanti di un muro a secco, si riprende ciò che è suo senza chiedere permesso con le sue piogge sempre più violente (ovviamente a causa dell’inquinamento dell’uomo) che portano a frane ed a modifiche dei territori a volte anche in modo catastrofico.

Sta a noi far si che tutto questo avvenga con il minor “rumore” possibile ricordandoci ogni tanto che riprendere lezioni ed insegnamenti dai nostri antenati, che potevano anche non sapere leggere e scrivere ma non erano sciocchi, può solo aiutarci a costruire un futuro migliore non in contrasto con l’ambiente e la natura.
Quindi cari concittadini: “Arefecemo le cavate e areizzamo le macere!”

                                                                                                                                                                      -SONNINO IN AZIONE-