NASSIRIYA 12 NOVEMBRE 2003 DOPO 10 ANNI IL RICORDO E’ VIVO PIU CHE MAI!!!! NOI NON DIMENTICHIAMO!!!
Ricordiamo
oggi la ricorrenza dell’attentato terroristico in Iraq nel 2003 a Nassiriya
alla base italiana maestrale con un camion cisterna riempito di tritolo e fatto
schiantare contro la caserma italiana, a
10 anni di distanza, dopo tutte le considerazioni e le analisi di quella
tragica giornata per la nostra Nazione, rendiamo onore a quei ragazzi italiani
morti per la libertà e la democrazia a Nassiriya.
Era
una missione di pace in un contesto molto difficile, dove i nostri militari
erano impegnati a sostegno della popolazione civile, con la consapevolezza che
la provincia aveva una presenza rilevante di cellule di Al-Qaeda che minavano
la tranquillità della popolazione.
I
nostri soldati erano impegnati come polizia territoriale, addestramento di
nuove forze di polizia irachene,
protezione degli ospedali, fornitura di acqua potabile e garantivano la
fornitura di servizi primari alla popolazione inerme davanti ai bombardamenti
ed alle barbarie della guerra, che aveva portato allo svilupparsi dell’integralismo
islamico nel territorio, che puntava ad aizzare la popolazione contro le truppe
occidentali che stavano controllando il paese, etichettando gli italiani come
invasori al pari degli americani.
In
questo contesto operarono i militari italiani dislocati nella provincia di
Nassiriya , andando incontro a tutte le problematiche e le esigenze della
popolazione, non risparmiarono un attimo della loro missione per aiutare quella gente.
La
mattina del 12 novembre 2003 alle 10:40 ci fu lo schianto dell’autocisterna e
la conseguente esplosione che uccise 12 carabinieri, 5 militari dell’esercito e
2 civili italiani operanti nella zona.
Fu
una tragedia enorme, la cisterna era carica di tritolo ed olio combustibile, il
carabiniere Andrea Filippa di guardia all’ingresso della base “Maestrale” nel
momento in cui capì le intenzioni del mezzo di sfondare le barriere della base
per un’attacco suicida, uccise entrambe gli attentatori, facendo si che la
cisterna esplose presso il cancello della base e non all’interno della caserma
dove era diretto il mezzo, la strage già
immane, avrebbe potuto avere proporzioni più ampie.
Molte
furono anche le vittime irachene tra la polizia ed i civili che si trovavano
nei pressi della Maestrale, ci furono moltissimi feriti maggiormente militari
italiani.
I
primi soccorritori furono i carabinieri feriti d’istanza nella base, si
trovarono di fronte a scene raccapriccianti, di loro compagni d’armi, amici
dilaniati dall’esplosione; subito la notizia arrivò in Italia e fece il giro
del mondo.
L’intera
Nazione rimase sconvolta dalla tragica notizia e le immagini della base
italiana distrutta tennero tutti gli italiani davanti alla televisione,
sconcertati davanti ad un vile attentato di quelle proporzioni.
La
popolazione di Nassiriya stessa venne scossa dalla notizia, perché aveva
instaurato con i militari italiani un rapporto di collaborazione e rispetto,
che avevano guadagnato stando vicino alle loro difficoltà ed esigenze.
Ogni
italiano quel giorno si sentì mancare qualcosa in casa propria, i nostri
ragazzi impegnati in una missione a sostegno di una popolazione in difficoltà
vennero spazzati via dall’odio integralista.
L’attacco
suicida venne infatti rivendicato da un cellula terroristica di Al-Qaeda che poteva
essere riconducibile al terrorista Al-Zarqawi capo di Al-Qaeda in Iraq.
Le
salme dei militari italiani rientrarono in Italia tutte insieme a bordo di un
aereo cargo, vennero tutte avvolte nel tricolore, arrivarono a Roma dove venne
allestita presto la sala delle bandiere, al Vittoriano (Altare della Patria),
la camera ardente dove si riversò un fiume di gente da tutta Italia per rendere
omaggio agli EROI morti per difendere la libertà e la democrazia.
La
partecipazione della Nazione fu enorme, tutte le cariche politiche, ministri e
presidenti di camera e senato andarono a rendere omaggio ai caduti di
Nassiriya.
Il
18 novembre ci furono i funerali di Stato seguiti da milioni di persone in tv,
e con un’immensa folla di gente ad assistere ai funerali a Roma.
In
seguito furono molte e discordanti le posizioni politiche nel paese nei
confronti di quell’attentato, addirittura ci furono minoranze che non vollero
per svariati motivi rendere onore ai nostri caduti.
Quei
ragazzi morti a Nassiriya andarono lì perché era il lavoro che avevano scelto, quello di mettersi
a completa disposizione della Patria, per rispetto della divisa e per spianare
la strada al futuro democratico dell’Iraq, portando i nostri valori nazionali
per la rinascita di quelle regioni desolate da anni di dittatura e guerre.
Partirono
per senso del dovere, forse qualcuno di loro anche per questioni economiche per
esigenze familiari, ma andarono lì per fare il loro lavoro. Svolgere il loro
dovere non con la violenza delle armi, ma con la fermezza dei propri ideali di libertà e di pace e per l’onore della divisa
che indossavano!
Rispettiamoli!
Onoriamoli! Ricordiamoli!
FRATELLI
D’ITALIA PER SEMPRE!!! Noi non dimentichiamo!
PRESENTE
Carabinieri:
Massimiliano Bruno, maresciallo aiutante
Giovanni Cavallaro, sottotenente
Giuseppe Coletta, brigadiere
Andrea Filippa, appuntato
Enzo Fregosi,
maresciallo luogotenente
Daniele Ghione, maresciallo capo
Horacio Majorana, appuntato
Ivan Ghitti, brigadiere
Domenico Intravaia, vice brigadiere
Filippo Merlino, sottotenente
Alfio Ragazzi, maresciallo aiutante
Alfonso Trincone, Maresciallo aiutante
Militari dell’esercito:
Massimo Ficuciello, capitano
Silvio Olla, maresciallo capo
Alessandro Carrisi, primo caporal maggiore
Emanuele Ferraro, caporal maggiore capo scelto
Pietro Petrucci, caporal maggiore
Civili:
Marco Beci, cooperatore internazionale
Stefano Rolla,
regista