sabato 24 maggio 2014

24 MAGGIO 1915

“IL PIAVE MORMORAVA CALMO E PLACIDO AL PASSAGGIO DEI PRIMI FANTI IL 24 MAGGIO……..”



24 Maggio 1915 i fanti italiani iniziarono i combattimenti contro l’esercito austro-ungarico, in quella che si dimostrò ben presto una guerra drammatica e tragica, combattuta su cime altissime, in condizioni ostiche; intere generazioni spazzate via dalla nuova tecnologia bellica che le potenze a confronto mostrarono  sui campi di battaglia ….
Il nostro esercito in alcuni casi male equipaggiato, dovette affrontare un nemico più forte di uomini e mezzi, ma che non aveva fatto i conti però con lo spirito patriottico che accompagnò le nostre truppe!
Infatti la maggior parte del nostro esercito era formato da giovani contadini, gente del popolo che non sapeva leggere e scrivere, a differenza di coloro che a dispetto dell’amor di Patria, studiarono a tavolo gli interessi che potevano trarre da questa guerra.
A LORO, AI FANTI D’ITALIA, VA IL NOSTRO PENSIERO!


Vennero chiamati al fronte ignari di cosa poteva aspettarli! Ma con la sola consolazione nel cuore, che avrebbero difeso nei nostri più estremi confini le loro terre, le loro famiglie, le loro case!
Ragazzi sconosciuti che rimasero con le loro gesta eroiche, impresse nella storia! Esempio di patriottismo e attaccamento alla bandiera! I luoghi simbolo furono: le valli dell’Isonzo, il Carso, il Monte Grappa, l’Adamello, il Monte Ortigara, la disfatta di Caporetto dove comunque anche nella sconfitta non mancò l’eroismo dei fanti italiani, decimati ma che lottarono fino alla fine; le valli del fiume Piave la sua straordinaria resistenza e la successiva riscossa, fino a Vittorio Veneto.
Ormai sono poche le testimonianze rimaste della grande guerra del 1915-1918, proprio quest’anno è il centenario dello scoppio del conflitto mondiale (1914).
I nonni ci raccontano, come i loro padri hanno vissuto la grande guerra tramite le loro testimonianze, dalle quali si evince la drammaticità di quegli eventi, i fortunati che tornarono dicevano tutti con voce unanime e semplice che il fiume Piave era rosso per la mole dei caduti durante la battaglia, in molti tra i fanti che parteciparono a quei combattimenti riportavano queste frasi, come simbolo di una tragedia e di una vera e propria mattanza!
Ed esortavano già all’epoca i giovani dall’ora a non fare mai più guerre …. appello che di lì a poco risultò vano con lo scoppio successivo del secondo conflitto mondiale!
Dovettero combattere oltre che contro il nemico, anche contro la fame,il freddo, le malattie, le infezioni, il fango delle trincee e molto altro.
Anche Sonnino pur essendo un piccolo centro  diede un grande contributo in termine di vite umane durante la grande guerra, molti concittadini caddero in battaglia sul fronte.
Alcuni, più fortunati, tornarono a casa, feriti, mutilati, invalidi ma le loro vite furono per sempre sconvolte da quello che avevano visto durante la guerra.
Sono passati molti anni, ma noi abbiamo il dovere morale di ricordare e tramandare alle future generazioni quello che i fanti d’Italia fecero per la libertà e l’indipendenza della nostra Nazione! Se oggi per il poco che ancora ci è rimasto possiamo sentirci orgogliosi di essere italiani, è tutto MERITO LORO!  ONORE!
NOI NON DIMENTICHIAMO!


“….L’ESERCITO MARCIAVA PER RAGGIUNGER LA FONTIERA PER FAR CONTRO IL NEMICO UNA BARRIERA….”


LA LEGGENDA DEL PIAVE
Il Piave mormorava,
calmo e placido, al passaggio
dei primi fanti, il ventiquattro maggio;
l'esercito marciava
per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera...

Muti passaron quella notte i fanti:
tacere bisognava, e andare avanti!

S'udiva intanto dalle amate sponde,
sommesso e lieve il tripudiar dell'onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero,
il Piave mormorò:
«Non passa lo straniero!»

Ma in una notte trista
si parlò di un fosco evento,
e il Piave udiva l'ira e lo sgomento...
Ahi, quanta gente ha vista
venir giù, lasciare il tetto,
poi che il nemico irruppe a Caporetto!

Profughi ovunque! Dai lontani monti
Venivan a gremir tutti i suoi ponti!

S'udiva allor, dalle violate sponde,
sommesso e triste il mormorio de l'onde:
come un singhiozzo, in quell'autunno nero,
il Piave mormorò:
«Ritorna lo straniero!»

  E ritornò il nemico;
per l'orgoglio e per la fame
volea sfogare tutte le sue brame...
Vedeva il piano aprico,
di lassù: voleva ancora
sfamarsi e tripudiare come allora...

«No!», disse il Piave. «No!», dissero i fanti,
«Mai più il nemico faccia un passo avanti!»

Si vide il Piave rigonfiar le sponde,
e come i fanti combatteron l'onde...
Rosso di sangue del nemico altero,
il Piave comandò:
«Indietro va', straniero!»

 Indietreggiò il nemico
fino a Trieste, fino a Trento...
E la vittoria sciolse le ali al vento!
Fu sacro il patto antico:
tra le schiere, furon visti
Risorgere Oberdan, Sauro, Battisti...

Infranse, alfin, l'italico valore
le forche e l'armi dell'Impiccatore!

Sicure l'Alpi... Libere le sponde...
E tacque il Piave: si placaron l'onde...
Sul patrio suolo, vinti i torvi Imperi,
la Pace non trovò
né oppressi, né stranieri!


                                                                                                           


                                                                         -SONNINO IN AZIONE-      

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