“IL
PIAVE MORMORAVA CALMO E PLACIDO AL PASSAGGIO DEI PRIMI FANTI IL 24 MAGGIO……..”
24
Maggio 1915 i fanti italiani iniziarono i combattimenti contro l’esercito
austro-ungarico, in quella che si dimostrò ben presto una guerra drammatica e
tragica, combattuta su cime altissime, in condizioni ostiche; intere
generazioni spazzate via dalla nuova tecnologia bellica che le potenze a
confronto mostrarono sui campi di
battaglia ….
Il
nostro esercito in alcuni casi male equipaggiato, dovette affrontare un nemico
più forte di uomini e mezzi, ma che non aveva fatto i conti però con lo spirito
patriottico che accompagnò le nostre truppe!
Infatti
la maggior parte del nostro esercito era formato da giovani contadini, gente
del popolo che non sapeva leggere e scrivere, a differenza di coloro che a
dispetto dell’amor di Patria, studiarono a tavolo gli interessi che potevano
trarre da questa guerra.
A
LORO, AI FANTI D’ITALIA, VA IL NOSTRO PENSIERO!
Vennero
chiamati al fronte ignari di cosa poteva aspettarli! Ma con la sola
consolazione nel cuore, che avrebbero difeso nei nostri più estremi confini le
loro terre, le loro famiglie, le loro case!
Ragazzi
sconosciuti che rimasero con le loro gesta eroiche, impresse nella storia!
Esempio di patriottismo e attaccamento alla bandiera! I luoghi simbolo furono:
le valli dell’Isonzo, il Carso, il Monte Grappa, l’Adamello, il Monte Ortigara,
la disfatta di Caporetto dove comunque anche nella sconfitta non mancò l’eroismo
dei fanti italiani, decimati ma che lottarono fino alla fine; le valli del
fiume Piave la sua straordinaria resistenza e la successiva riscossa, fino a
Vittorio Veneto.
Ormai
sono poche le testimonianze rimaste della grande guerra del 1915-1918, proprio
quest’anno è il centenario dello scoppio del conflitto mondiale (1914).
I
nonni ci raccontano, come i loro padri hanno vissuto la grande guerra tramite
le loro testimonianze, dalle quali si evince la drammaticità di quegli eventi,
i fortunati che tornarono dicevano tutti con voce unanime e semplice che il
fiume Piave era rosso per la mole dei caduti durante la battaglia, in molti tra
i fanti che parteciparono a quei combattimenti riportavano queste frasi, come
simbolo di una tragedia e di una vera e propria mattanza!
Ed
esortavano già all’epoca i giovani dall’ora a non fare mai più guerre …. appello
che di lì a poco risultò vano con lo scoppio successivo del secondo conflitto
mondiale!
Dovettero
combattere oltre che contro il nemico, anche contro la fame,il freddo, le
malattie, le infezioni, il fango delle trincee e molto altro.
Anche
Sonnino pur essendo un piccolo centro diede un grande contributo in termine di vite
umane durante la grande guerra, molti concittadini caddero in battaglia sul
fronte.
Alcuni,
più fortunati, tornarono a casa, feriti, mutilati, invalidi ma le loro vite furono
per sempre sconvolte da quello che avevano visto durante la guerra.
Sono
passati molti anni, ma noi abbiamo il dovere morale di ricordare e tramandare
alle future generazioni quello che i fanti d’Italia fecero per la libertà e l’indipendenza
della nostra Nazione! Se oggi per il poco che ancora ci è rimasto possiamo
sentirci orgogliosi di essere italiani, è tutto MERITO LORO! ONORE!
NOI
NON DIMENTICHIAMO!
“….L’ESERCITO
MARCIAVA PER RAGGIUNGER LA FONTIERA PER FAR CONTRO IL NEMICO UNA BARRIERA….”
LA LEGGENDA DEL PIAVE
Il Piave mormorava,
calmo e placido, al passaggio
dei primi fanti, il ventiquattro maggio;
l'esercito marciava
per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera...
Muti passaron quella notte i fanti:
tacere bisognava, e andare avanti!
S'udiva intanto dalle amate sponde,
sommesso e lieve il tripudiar dell'onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero,
il Piave mormorò:
«Non passa lo straniero!»
Ma in una notte trista
si parlò di un fosco evento,
e il Piave udiva l'ira e lo sgomento...
Ahi, quanta gente ha vista
venir giù, lasciare il tetto,
poi che il nemico irruppe a Caporetto!
Profughi ovunque! Dai lontani monti
Venivan a gremir tutti i suoi ponti!
S'udiva allor, dalle violate sponde,
sommesso e triste il mormorio de l'onde:
come un singhiozzo, in quell'autunno nero,
il Piave mormorò:
«Ritorna lo straniero!»
E ritornò il nemico;
per l'orgoglio e per la fame
volea sfogare tutte le sue brame...
Vedeva il piano aprico,
di lassù: voleva ancora
sfamarsi e tripudiare come allora...
«No!», disse il Piave. «No!», dissero i fanti,
«Mai più il nemico faccia un passo avanti!»
Si vide il Piave rigonfiar le sponde,
e come i fanti combatteron l'onde...
Rosso di sangue del nemico altero,
il Piave comandò:
«Indietro va', straniero!»
Indietreggiò il nemico
fino a Trieste, fino a Trento...
E la vittoria sciolse le ali al vento!
Fu sacro il patto antico:
tra le schiere, furon visti
Risorgere Oberdan, Sauro, Battisti...
Infranse, alfin, l'italico valore
le forche e l'armi dell'Impiccatore!
Sicure l'Alpi... Libere le sponde...
E tacque il Piave: si placaron l'onde...
Sul patrio suolo, vinti i torvi Imperi,
la Pace non trovò
né oppressi, né stranieri!
calmo e placido, al passaggio
dei primi fanti, il ventiquattro maggio;
l'esercito marciava
per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera...
Muti passaron quella notte i fanti:
tacere bisognava, e andare avanti!
S'udiva intanto dalle amate sponde,
sommesso e lieve il tripudiar dell'onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero,
il Piave mormorò:
«Non passa lo straniero!»
Ma in una notte trista
si parlò di un fosco evento,
e il Piave udiva l'ira e lo sgomento...
Ahi, quanta gente ha vista
venir giù, lasciare il tetto,
poi che il nemico irruppe a Caporetto!
Profughi ovunque! Dai lontani monti
Venivan a gremir tutti i suoi ponti!
S'udiva allor, dalle violate sponde,
sommesso e triste il mormorio de l'onde:
come un singhiozzo, in quell'autunno nero,
il Piave mormorò:
«Ritorna lo straniero!»
E ritornò il nemico;
per l'orgoglio e per la fame
volea sfogare tutte le sue brame...
Vedeva il piano aprico,
di lassù: voleva ancora
sfamarsi e tripudiare come allora...
«No!», disse il Piave. «No!», dissero i fanti,
«Mai più il nemico faccia un passo avanti!»
Si vide il Piave rigonfiar le sponde,
e come i fanti combatteron l'onde...
Rosso di sangue del nemico altero,
il Piave comandò:
«Indietro va', straniero!»
Indietreggiò il nemico
fino a Trieste, fino a Trento...
E la vittoria sciolse le ali al vento!
Fu sacro il patto antico:
tra le schiere, furon visti
Risorgere Oberdan, Sauro, Battisti...
Infranse, alfin, l'italico valore
le forche e l'armi dell'Impiccatore!
Sicure l'Alpi... Libere le sponde...
E tacque il Piave: si placaron l'onde...
Sul patrio suolo, vinti i torvi Imperi,
la Pace non trovò
né oppressi, né stranieri!
-SONNINO
IN AZIONE-