martedì 18 ottobre 2016
lunedì 3 ottobre 2016
Norma Cossetto... Terra rossa d'Istria, terre mai dimenticate.
NORMA COSSETTO…Martire e simbolo dell’immane strage delle foibe.
Medaglia d' oro al merito
civile alla memoria
«Giovane studentessa
istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente
seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una
foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio.»
-Villa Surani (Istria) –
5 Ottobre 1943-
Norma Cossetto (Santa
Domenica di Visinada, 17 Maggio 1920 - Antignana o foiba di Villa Surani, 4 o 5
ottobre 1943 ) è stata una studentessa italiana, istriana di un paese vicino Visignano, vittima dei partigiani titini dell' esercito
popolare di liberazioni della Iugoslavia.
Norma viveva a San
Domenico di Visinada e si stava laureando in lettere e filosofia all'università
di Padova.
Norma Cossetto apparteneva
a una nota famiglia di possidenti fascisti: il padre Giuseppe Cossetto era un
dirigente locale del Partito Nazionale Fascista ricoprendo a lungo l'incarico
di segretario politico del Fascio locale e di commissario governativo delle
Casse Rurali. Inoltre fu anche podestà di Visinada.
Nel 1943 era ufficiale della Milizia
Volontaria per la Sicurezza Nazionale e in seguito ai fatti dell'8 settembre fu
trasferito presso il Comando della Milizia di Trieste. Pochi giorni dopo la morte di Norma fu ucciso
e anch'esso infoibato.
Nel 1939, diplomatasi
presso il Regio Liceo Vittorio Emanuele III di Gorizia, Norma Cossetto si
iscrisse all' Università di Padova e aderì ai Gruppi Universitari Fascisti
della più vicina Pola. A partire dal 1941 alternò lo studio a supplenze scolastiche
a Pisino e a Parenzo.
Nell'estate 1943 stava
preparando la tesi di laurea intitolata Istria Rossa (riferita alla terra ricca
di bauxite dell' Istria) e aveva come
insegnante di geografia che ne seguiva la tesi il prof. Arrigo Lorenzi, Norma
spesso girava in bicicletta per i paesi dell'Istria visitando municipi e
canoniche alla ricerca di archivi che le consentissero di sviluppare la sua
tesi di laurea.
Dopo l'8 settembre,
secondo la testimonianza della sorella Licia, la famiglia cominciò a ricevere
minacce anche armate. Il 25 settembre 1943, diciassette giorni dopo la
capitolazione dell'Italia e il disfacimento dell'esercito, un gruppo di
partigiani titini, appoggiati dai partigiani comunisti italiani approfittando
dello sbandamento generale, irruppe in casa Cossetto, razziando ogni cosa:
« Ci hanno portato via
tutto. Si sono presi anche le divise di papà, che in seguito hanno indossato
cucendoci sopra la stella rossa!...Una volta hanno anche sparato in casa. La
mamma era terrorizzata e anche noi ragazze. Tuttavia, Norma era un po' più
ottimista e sperava che tutto questo disordine anche morale si dissolvesse
presto. »
(Dal racconto di Licia
Cossetto, sorella di Norma.)
Il 26 settembre 1943 un
partigiano di nome Giorgio si recò a casa dei Cossetto convocando Norma al
Comando partigiano nell'ex caserma dei Carabinieri di Visignano. Il comando partigiano era composto da
partigiani comunisti sia italiani sia slavi. Qui dopo essere stata interrogata,
le fu poi richiesto di entrare nel movimento partigiano, proposta che Norma rifiutò. A quel punto Norma fu rilasciata.
Il giorno successivo il
27 settembre Norma fu arrestata dai partigiani insieme ad ex caserma della
Guardia di Finanza a Parenzo assieme ad altri parenti, conoscenti ed amici tra
i quali Eugenio Cossetto, Antonio Posar, Antonio Ferrarin, Alda Riosa vedova
Mechis in Sciortino, Maria Valenti, Umberto Zotter ed altri, numerosi abitanti
di San Domenico, Castellier, Ghedda, Villanova e Parenz. I prigionieri furono
tutti confinati nella ex caserma della Guardi di Finanza a Parenzo. Qui fu
raggiunta dalla sorella Lidia che tentò inutilmente di ottenerne il rilascio.
Un paio di giorni dopo i tedeschi occuparono Visinada così i partigiani
sentendosi minacciati, in nottata a bordo di un autocarro, trasferirono tutti i
prigionieri nella scuola di Antignana
trasformata in prigione.
Nella scuola di
Antignana, Norma fu separata dagli altri prigionieri. Tra il primo e il 4
ottobre Norma, legata nuda ad un tavolo, fu sottoposta a sevizie e
stuprata dai suoi carcerieri. Secondo
alcune testimonianze erano 17.
L'episodio della violenza
carnale fu poi riferito da una donna abitante davanti l'ex caserma, che,
attirata da gemiti e lamenti, appena buio osò avvicinarsi alle imposte
socchiuse vedendo Norma legata al tavolo.
« Ancora adesso la notte
ho gli incubi, al ricordo di come l'abbiamo trovata: mani legate dietro alla
schiena, tutto aperto sul seno il golfino di lana tirolese comperatoci da papà
la volta che ci aveva portate sulle Dolomiti, tutti i vestiti tirati sopra
all'addome.... Solo il viso mi sembrava abbastanza sereno. Ho cercato di
guardare se aveva dei colpi di arma da fuoco, ma non aveva niente; sono
convinta che l'abbiano gettata giù ancora viva. Mentre stavo lì, cercando di
ricomporla, una signora si è avvicinata e mi ha detto: "Signorina non le
dico il mio nome, ma io quel pomeriggio, dalla mia casa che era vicina alla
scuola, dalle imposte socchiuse, ho visto sua sorella legata ad un tavolo e
delle belve abusare di lei; alla sera poi ho sentito anche i suoi lamenti:
invocava la mamma e chiedeva acqua, ma non ho potuto fare niente, perché avevo
paura anch'io"» »
(Dal racconto di Licia
Cossetto, sorella di Norma)
La notte tra il 4 e 5
ottobre Norma e gli altri ventisei prigionieri legati col fil di ferro, furono
costretti a spostarsi a piedi fino a Villa Surani. Qui, ancora vivi, furono
gettati nella foiba li vicina. Norma e
le altre donne prima di essere uccise furono nuovamente sottoposte a violenze.
Poco tempo dopo anche la
sorella Lidia fu arrestata e dopo un lungo interrogatorio rilasciata con la
minaccia di venir nuovamente arrestata.
« Anch'io qualche tempo
dopo sono stata arrestata. Mi prelevarono un pomeriggio, gente del posto, e mi
portarono preso la scuola di Castellier, per interrogarmi: volevano sapere dove
fosse mio padre e altre notizie sulla nostra famiglia, inoltre insistevano
perché io aderissi alla loro causa. Al mio rifiuto mi riaccompagnarono a casa,
sempre sotto scorta, e mi dissero che mi avrebbero ripresa al più presto. »
(Dal racconto di Licia
Cossetto, sorella di Norma).
Quando il padre Giuseppe
Cossetto venne a conoscenza dell'arresto della figlia si aggregò ad un reparto
della Milizia di Trieste e rientrò al
paese. Qui cominciò a fare domande sulla sorte della figlia finché, a sua
volta, il 7 ottobre 1943, insieme ad un parente, Mario Bellini, anch'esso della
Milizia, fu ucciso a coltellate a Castellier-Santa Domenica da un partigiano. I due corpi furono pochi
giorni dopo gettati in una foiba. Dopo l'occupazione tedesca dell'Istria, il 10
dicembre 1943 i vigili del fuoco di Pola guidati dal maresciallo Arnaldo
Harzarich, ritrovarono il corpo di Norma nella foiba profonda m. 136: era
caduta supina, nuda, con le braccia legate con il filo di ferro, su un cumulo
di altri cadaveri; aveva ambedue i seni pugnalati, un pezzo di legno conficcato
nella vagina e altre parti del corpo
sfregiate. Arnaldo Harzarich dichiarò la propria «certezza che anche negli
ultimi istanti le ragazze avessero dovuto lottare contro la brutalità dei partigiani».
Emanuele Cossetto, che
identificò la nipote Norma, riconobbe sul suo corpo varie ferite d'arma da
taglio e altrettanto riscontrò sui cadaveri degli altri.
A seguito di denuncia da
parte della sorella Lidia, i soldati tedeschi catturarono sedici dei suoi
assassini e li costrinsero a passare la notte in piedi vegliando la salma di
Norma, prima di essere fucilati all'alba del giorno successivo: tre partigiani
impazzirono. Il cadavere di Norma fu composto nella piccola cappella mortuaria
del cimitero di Santa Domenica.
Norma riposa assieme al
padre nel cimitero di S. Domenica di Visinada, una frazione di Visignano.
Nell' autunno 1944 a Trieste
nacque il Gruppo d' Azione Femminile " Norma Cossetto" dipendente dalla federazione del PFR , unico esempio di corpo paramilitare
femminile della Repubblica Sociale Italiana.
L' Università di
Padova su proposta del rettore, Concetto Marchesi, e del Consiglio della
Facoltà di Lettere e Filosofia, le conferì la laureaad honorem sei anni dopo la
morte.
L'8 febbraio 2005 l'allora Presidente della Repubblica Carlo
Azeglio Ciampi ha insignito Norma
Cossetto della Medaglia d' oro al merito civile.
Il 10 febbraio 2011 l'Università degli Studi di Padova e Il
Comune di Padova, nell'ambito delle celebrazioni per la Giornata del Ricordo in
memoria delle vittime delle Foibe e dell'esodo giuliano-dalmata, ha scoperto
nel Cortile Littorio del Palazzo del Bo' (sede del Rettorato e della Facoltà di
giurisprudenza) una targa commemorativa della morte di Norma Cossetto e della
laurea honoris causa lei attribuita. Il Comune di Narni (Terni) nel luglio 2011 le ha dedicato una via, come il Comune di
Bolzano , intitolando una via a Norma Cossetto il 22 ottobre 2012.
AGGHIACCIANTE RACCONTO
DELLA SORELLA LUCIA:
« Ancora adesso la notte
ho gli incubi, al ricordo di come l’abbiamo trovata: mani legate dietro alla
schiena, tutto aperto sul seno il golfino di lana tirolese comperatoci da papà
la volta che ci aveva portate sulle Dolomiti, tutti i vestiti tirati sopra
all’addome…. Solo il viso mi sembrava abbastanza sereno. Ho cercato di guardare
se aveva dei colpi di arma da fuoco, ma non aveva niente; sono convinta che
l’abbiano gettata giù ancora viva. Mentre stavo lì, cercando di ricomporla, una
signora si è avvicinata e mi ha detto: “Signorina non le dico il mio nome, ma
io quel pomeriggio, dalla mia casa che era vicina alla scuola, dalle imposte
socchiuse, ho visto sua sorella legata ad un tavolo e delle belve abusare di
lei; alla sera poi ho sentito anche i suoi lamenti: invocava la mamma e
chiedeva acqua, ma non ho potuto fare niente, perché avevo paura anch’io”» »
Alla fine del 2016 verrà
presentato alla Mostra del Cinema di Venezia il film “Rosso Istria”, di
Maximiliano Hernando Bruno, la cui sceneggiatura è stata scritta da Antonello
Belluco, parla della vita di Norma Cossetto e della sua tragedia collegata alle
vicende delle terre Istriane- Giuliano- Dalmate nel 1943-1945.
SONNINO IN AZIONE
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