"IN ISTRIA E DALMAZIA NON TI
SEMBRI STRANO, ANCHE LE PIETRE
PARLANO ITALIANO!"
10 FEBBRAIO... NOI NON DIMENTICHIAMO LA TRAGEDIA DELLE FOIBE E DELL'ESODO DI CENTINAIA DI MIGLIAIA DI ITALIANI.
Sonnino in Azione, in occasione delle ricorrenze del
“Giorno del Ricordo” per i martiri delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata,
organizza sabato 14 febbraio presso l’auditorium comunale “San Marco” a Sonnino
in Piazza Garibaldi, un convegno con proiezione di un video-documentario e
successivo dibattito, su quella che è stata una tragedia che l’Italia e le sue
istituzioni per troppi anni hanno taciuto e tenuto all’oscuro.
Un dramma iniziato nel 1943 e proseguito nel 1945 e
nei primi anni del dopoguerra, dove le truppe partigiane di Tito perseguitarono
con inaudita violenza la popolazione italiana dell’Istria e della Dalmazia.
Crimini orrendi, di cui il genere umano deve solamente
vergognarsi, violenze su uomini, donne, bambini, anziani, sacerdoti prima
torturati e massacrati ed in seguito legati l’uno all’altro per le mani con
filo di ferro e spinti giù nelle “foibe”, cavità carsiche profonde anche fino
ai duecento metri, disseminate in quei territori.
L’unica colpa di quella gente fu il loro essere
italiani, infatti il criminale
Tito nel suo diabolico piano di annessione di
quelle terre da sempre italiane alla nascente Jugoslavia, prevedeva la totale
eliminazione di tutto quello che poteva essere riconducibile all’Italia,
infatti le immediate deportazioni furono proprio quelle persone che in
qualunque modo rappresentassero lo stato italiano: carabinieri, polizia,
insegnanti, medici ed anche membri del comitato di liberazione italiano
considerato da Tito ancor più pericoloso, perché anche se pur sempre
partigiani, rappresentavano il “nuovo” dello Stato italiano e quindi un
pericolo per le sue mire espansionistiche.
L’obiettivo di Tito era quello di eliminare
fisicamente e culturalmente tutta la popolazione di nazionalità italiana,
occupando tutte le zone che nel momento del trattato di pace avrebbe potuto
rivendicare con assoluta
tranquillità essendo zone ormai totalmente “pulite”
secondo la sua perversa logica, e popolate solo dalle popolazioni slave, quindi
con diritto di annessione alla Jugoslavia.
Tito usò il comunismo per combattere la guerra contro
i tedeschi, ed in seguito fece leva sul nazionalismo per aizzare e fomentare
gli slavi contro gli italiani.
Questo “gioco perverso” riuscì benissimo al boia Tito.
Ancora oggi, non possiamo sapere con precisione quante
furono le vittime di quelle stragi, non solo nelle foibe, ma anche nei campi di
concentramento come il Goli Hotok, comprese le innumerevoli esecuzioni sommarie
di piazza. Quelle accertate si aggirano attorno alle 20.000, ma potrebbero
essere anche di più, soprattutto perché ad oggi conosciamo le foibe tristemente
più famose, come Basovizza (che in realtà era un pozzo di una cava), o la foiba
di Vines, ma in quei territori ce ne sono migliaia di altre anche non
classificate e nessuno potrà mai escludere che non vi siano state altre
vittime, alla luce del fatto che ancora non possono essere visionati gli
archivi dell’ormai ex Jugoslavia sparsi tra le diverse nazioni nate dopo la
divisione.
Tante tristi storie come quella di Norma Cossetto,
divenuta il simbolo di quella strage, studentessa istriana sequestrata dai
criminali partigiani di Tito, legata ad un tavolo violentata e seviziata da 17
aguzzini, ed infine legata con filo di ferro insieme ad altri Italiani e
gettata agonizzante ma ancora viva nella foiba di Vines.
Oltre a queste vicende terribili ci fu il grande esodo
degli italiani rimasti in Istria e Dalmazia circa 350.000 che pur non essendo a
conoscenza delle foibe, vedevano ogni giorno sparire dopo i rastrellamenti
della polizia di Tito moltissime persone ed andava delineandosi una vera e
propria “pulizia etnica”, quindi decisero anche sotto la pressione degli slavi
di abbandonare le proprie case ed i loro beni e tornare in Italia da profughi,
dove in alcuni casi vennero anche disprezzati nelle città dove si stabilirono e
definiti “fascisti in fuga”, invece erano semplicemente italiani; con la stampa
ed i partiti dell’epoca che fecero di tutto per tenere nascosta questa triste
pagina della nostra storia.
Noi di Sonnino in Azione con questo convegno vogliamo
mantenere vivo il ricordo di quello che a nostro avviso fu “un’olocausto
italiano” da tutti negato, e per troppo tempo tenuto nascosto all’opinione
pubblica.
E vogliamo ancora oggi combattere con tutte le nostre
forze chi fornisce una vergognosa giustificazione di quegli eventi,
strumentalizzando e oltraggiando ancora la memoria di quegli italiani.
L’Italia deve chiedere solo scusa a quelle popolazioni
che ha abbandonato e dato in pasto a quei criminali!
Invece è successo che a Tito hanno intitolato strade e
pagato anche pensioni italiane ad alcuni suoi criminali.
FINCHE’ AVREMO FIATO IN CORPO LO URLEREMO:
“IN ISTRIA E DALMAZIA NON VI SEMBRI STRANO ANCHE LE
PIETRE PARLANO ITALIANO”.
SONNINO IN AZIONE
Di là dall'acqua... Compagnia dell'anello