Giovanni Falcone
(Palermo
1939-Palermo 1992)
“La mafia non è affatto
invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà
anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che si può vincere non
pretendendo l'eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia
tutte le forze migliori delle istituzioni.”
Dall’
inizio della sua carriera nel pool antimafia al maxi-processo nell’aula bunker
di Palermo e alla sua collaborazione contro la mafia italo-americana con
Giuliani.
Vincendo
le ostilità della mafia, dei suoi colleghi come Meli, di “soggetti occulti”
quale era Contrada; Elaborando la figura di un “Superprocuratore” che avesse il
potere di contrastare al meglio Cosa nostra.
“L'importante non è stabilire se
uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi
condizionare dalla stessa.
Altrimenti non è più coraggio, è incoscienza!”
Altrimenti non è più coraggio, è incoscienza!”
L’idea
però non piacque alla magistratura per la vicinanza di Falcone al politico
socialista Claudio Martelli, Emblematicamente, Falcone ottenne i numeri per ricoprire
tale carica il giorno prima del suo assassinio.
La
Strage di Capaci del 23 maggio del 1992 porta la firma di Cosa nostra e di
Totò
Riina. Quel giorno morirono da Eroi i membri della scorta: Schifani,
Montinaro e Di Cillo, Giovanni Falcone e sua moglie Francesca Morvillo.
Il
23 maggio 1992 Giovanni Falcone morì lasciando a Noi tutti il compito di
portare avanti le sue idee di legalità, onesta e di lotta alla mafia.
Perciò
oggi rendiamo Onore ad un Uomo, rendiamo Onore ad un Eroe!
“Avete chiuso cinque bocche, ne
avete aperte 50 milioni.”